venerdì 10 settembre 2010

Evoluzione

Qualche mese fa cominciai a scrivere un post per questo blog perché mi frullavano ininterrottamente le domande “Chi siamo?” e quindi “Da dove veniamo? Qual è il nostro percorso evolutivo?”

“Le solite domande banali da New Age!” qualcuno obietterà accennando un sorriso o una smorfia. Forse quella persona ha già trovato una risposta soddisfacente…. Io, invece, sto ancora cercando, indagando, approfondendo perché le tesi che finora ho portato avanti, a poco a poco, hanno cominciato a vacillare risuonando vuote.

Mi sentivo come se una parte di me stesse arrampicandosi sugli specchi e, ormai esausta, avesse deciso di rinunciare all’impresa. Non aveva più risposte!
Io non avevo più risposte, in me c’era solo la percezione di un profondo vuoto pieno di “qualcosa” così, dopo essermi sporta per valutarne la profondità, comunque non visibile, decisi di scendere sicura di trovare quel “qualcosa”.
Gettata la scaletta di corda cominciai la discesa avvolta dall’oscurità densa di qualcosa di terrificante. “Sono sulla strada giusta” pensai.

A quel punto cominciarono ad arrivare informazioni attraverso articoli, libri, video, sogni, ricordi sepolti ed esperienze recenti che trovavano nuove spiegazioni e la mia vita fu inondata da un tema che mi aveva sempre spaventato e da cui mi sono sempre tenuta ben distante: “Noi e gli alieni”.

La paura trasformata in terrore mi faceva capire che dovevo proseguire. Il puzzle che stavo componendo da una vita si stava modificando, sui tasselli neri affioravano immagini e su altri l’immagine si dissolveva.
Che stava succedendo?
Le credenze scelte per spiegare una realtà tenuta segregata nelle sale più recondite della mente si stanno frantumando, mentre vecchi ricordi ritenuti fervida fantasia trovano spiegazione.

Un cataclisma naturale e della mia vita restano macerie fra cui mi aggiro incredula….. “….sembrava tutto così stabile!.....” [vuoto] E ora che faccio? [panico] La mente è nel panico! “Non so che fare….. di solito ho idee….. risposte…. so cosa fare…… e ora……. ora che faccio?........

Solo chi ha vissuto una devastazione può capire l’alternanza di sentimenti, la loro intensità, il turbinio mentale, la paura di addormentarsi, quel particolare stato d’ansia, costante nel tempo, che ha radici profonde, nascosto agli occhi altrui eppur presente come silenzioso amante.

Mentre cerco di contenere la mia vita esteriore nei parametri sociali della normalità, quella interiore continua a subire forti scosse. Comincio a valutare le nuove informazioni e mi rendo presto conto che aiutano a stabilizzarmi interiormente. Apro gli occhi su una realtà che non mi piace, ma di cui faccio parte e cerco di conoscerla attraverso letture, video, tecniche e scambi con persone sconosciute che sento profondamente vicine e che vivono la mia stessa situazione: la Sindrome da Abduction (SDA) definita anche, in maniera elegante, Interferenza aliena (IA). Si tratta, per chi avesse ancora qualche dubbio, di rapimenti da parte di alieni.

Sono consapevole del fatto che “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” come diceva Einstein e aggiungo che “Chi non si aspetta l’inaspettato, non scoprirà mai la verità” Ereclito, Efeso.

Ognuno tragga le sue conclusioni ricordandosi che andranno bene solo per sé.

Col passare dei mesi la “nuova” realtà diventa la mia realtà condivisa da molti altri.

Per la prima volta mi sento integrata in qualcosa, ho finalmente messo le prime radici nella mia vita e nel mondo inteso anche come pianeta. Mi sento integrata in qualcosa, ma non ancora integra. Mi sto liberando dalle macerie interiori per costruire qualcosa di flessibile e aperto che possa contenere le informazioni che quotidianamente vivo.
Ho sempre cercato di andare oltre ciò che avevo davanti, sempre alla ricerca di qualcosa che, appena trovato, avrei riconosciuto.
Ed eccomi qui, come appena risvegliata da un coma profondo.
Sto imparando a convivere con l’idea che razze aliene hanno interferito nella mia vita, che posso difendermi e in futuro riuscire, forse, a tenerle sempre lontane.

Durante il mio vasto e vario percorso precedente ho imparato a vedere l’aspetto positivo in ogni situazione. In questa? So di essere mentalmente sana e forte, la mia consapevolezza è aumentata, le mie percezioni affinate, so e sento di non essere più sola.

giovedì 11 marzo 2010

Croste pulsanti e Ho'oponopono

"La nostra anima alimenta la malattia e la morte in sè non appena creiamo una separazione, non appena costruiamo una frontiera, e giudichiamo condannando. Lo stato di guerra inizialmente è simile ad un seme piantato nel nostro suolo interiore; come tutti i semi, prima metterà radici dentro di noi, e solo in un secondo tempo i rami spunteranno alla luce del sole, all'esterno.
Quando seminiamo morte e sofferenza intorno a noi è perchè già le abbiamo accolte dentro, sicchè siamo già a nostra volta malati e moribondi.
Sul piano sottile, seminare morte significherà privare la coscienza nella Speranza, quindi della Gioia, sarà costringerla a immergersi nell'Oblio..."

Daniel Meurois-Givaudan
"Il Vangelo di Maria Maddelena"


E' il pois che diviene buco nero famelico come noi diveniamo prostituti della nostra coscienza nell'attimo in cui ci sediamo "al di fuori" ed imbastiamo banchetti per onorare "ciò" che ci uccide.
Questa è l'ennesima probabilità: un covo di rovi saccente... ad ogni spino si erge un sussurro, la spada di un nemico dal volto di specchio, come acqua, da quale NOI ci facciamo pungere e sottomettere, cerchiamo di fuggire, sì.. ma ammanettandoci ad esso, è possibile forse?

"Mi dispiace,
ti prego, Perdonami,
Grazie,
ti Amo"
è un mantra davvero potente, è una riconnessione con Noi, i Noi veri che amano e sposano il movimento in ogni suo più strambo colore, che non hanno paura poichè nè morte nè ego hanno come sinonimo "STOP", l'anima nostra è danzatrice vibrante su un'illusione di carboni ardenti, è un sì riemerso dal profondo, immune ad ogni nota stonata, è celebrazione armonica, sacralità!!!

Le regole imposte e poco discusse sono come bendaggi, trappole, morse arrugiginite infettanti, aspiratori di sensi! Slacciamoci da esse, viviamo il presente: "Grazie per la vita ed il pensiero, ti Amo, pioggia!
Ciò mi fa soffire, ti prego perdonami!".

Nell' Ho'oponopono io sono la mano che stringe la tua incastrandosi, perfettamente; ci si guarda negli occhi, in battaglia, stremati, e nello sguardo dell'altro si accoglie sè stessi, ci si culla baciandosi, chiedendo perdono poichè "tu" esisti in me, ed io ti ho dato vita, aspirandoti. Non vi è divisione, è Uno gustoso, più vivo che mai... è una lezione di forza.

Ora basta, prigione è mezzo, non condanna! Ho'oponopono è sgrassatore vero e proprio per noi, è Dono, un insieme di indizi per spiegare le ali, per perdere parassitarie regole camaleontiche.. noi abbracciamo esse ogni giorno, ed abbiamo imparato a conviverci e a reputarlo "normale"... ma no, non lo è! Impassibili, ferme, con l'indice indicano strade e reazioni e noi, come burattini dispersi e sfiduciati, seguiamo dritte che amano moltiplicarsi come germi, creando solchi ghiacciati, creando "le dipendenze".

Praticando Ho'oponopono si domano le interferenze, qualunque sia l'utero che le ha generate, con la stesse semplicità con la quale si sono fissate... Ho visto nel giro di poche decine di ore fortissimi miglioramenti: lenti d'ingrandimento mi segnalano, con grande umiltà, tipica sfaccettatura del vero Io, cosa sono, siamo, e cosa in realtà è cornice prepotente, velenosa convenzione... è terapia d'AMORE!!!! Non gonfia disgrazie, non pompa vittimismo, non usa maschere e inganni...semplicemente: è.

Che la nostra vita possa brillare di schiettezza e autenticità, e che i nostri occhi possano celebrarne la riuscita!!!

LilithAma

Chi siamo - È il nome della via che percorriamo per evolverci

“Oggi ho deciso di amare. Ora permetto di curare e perdonare collettivamente e singolarmente tutti gli aspetti di me che ti possono aver leso in qualsiasi modo consapevole ed inconsapevole, permetto di perdonarti e curare tutti coloro che in qualche modo hanno partecipato a questa limitazione, perdono e curo anche tutti i luoghi e pensieri che ci hanno visto infelici.”( La forza del perdono- Gerald Jampolsky)


La via del perdono

Solo quando i frutti saranno maturi sull’albero, potrai assaporare il meticoloso lavorio della pianta che offre se stessa perché è la sua natura.
Così il dono offerto dal perdono potrai apprezzare quando tutte le tue cellule ne avranno fatto esperienza.

Quando l’onda tsunami del perdono arriva, lo scenario interiore cambia irrevocabilmente e tu non sarai più la stessa.

La potente onda del perdono fa crollare vecchie strutture cristallizzate allontanando i detriti da noi e rendendo impossibile il rimetterli insieme come prima.
Questo è il potente effetto dello tsunami del perdono, nulla è come prima né più lo sarà. Guardando tale devastazione ci sentiamo tristi perché molto di noi è stato trasformato e lasciato andare, ma ci sentiamo anche sollevati da un peso, liberi dalla prigione che avevamo costruito intorno a noi.
Sentiamo profondamente nostro questo panorama di macerie, mentre cominciamo a percepire le numerose possibilità di rinnovamento.
La tristezza se ne va lasciando un vuoto che non sappiamo come riempire e, all’improvviso, uno tsunami ancora più potente si muove verso di noi da tutte le direzioni, colmando gli spazi vuoti, sommergendo ogni cosa.
Colti da questo moto irrefrenabile ci sentiamo avvolgere e inondare da una forte emozione.
Le nostre cellule si rivitalizzano, si accendendono di luce nuova, mentre ancora ci chiediamo cosa sta accadendo. L’emozione sale e con essa le lacrime che cerchiamo di contenere, ma un improvviso, profondo respiro ci aiuta ad espandere l’esperienza oltre i nostri limiti fisici.
Ora la nostra esistenza annulla i dati anagrafici e la limitazione del corpo fisico.
Siamo “aperti” in Tutto Ciò Che E’, ci fondiamo nel Tutto indescrivibile, SIAMO Tutto Ciò Che E’.

Come descrivere l’esperienza del non-spazio e non-tempo?

Sei ovunque, sei qualunque cosa e il tempo, come precedentemente percepito, non esiste più. Tutto è immobile nel suo moto continuo. Tutto è armoniosamente gestito dalle Leggi. Sei “qui”, ma sei anche “là” e non esiste alcun “centro”. Senti solo l’esistenza di “qualcosa” di impossibile da concettualizzare. Ma che importa?
La mente si sta acquietando poiché comprende la “magia dell’esperienza”.
E tu sei in pace poiché Tutto E’ Pace.

E tutto è tenuto insieme da una forza che agisce come collante.

(Continua…)

domenica 7 febbraio 2010

"Che strani esseri siamo, noi che, mentre ce ne stiamo seduti all'inferno nel buio più nero, abbiamo paura della nostra immortalità."
Jalal ad-Din ar-Rumi
poeta sufi

"Noi siamo lo specchio e il volto nello specchio. Noi siamo l'acqua fresca e deliziosa e la brocca che la versa."

Rumi ci ricorda che siamo perennemente intenti alla creazione della realtà (talvolta consciamente e talaltra inconsciamente) e che lo facciamo mentre facciamo esperienza delle nostre creazioni. Siamo sia l'artista sia l'opera d'arte, il che implica che abbiamo il potere di modificare e cambiare le nostre vite nel presente e, simultaneamente, di scegliere che nuova forma dar loro nel futuro.

Ma... siamo in grado di reggere la verità che abbiamo chiesto a noi stessi di scoprire?

Abbiamo il coraggio di accettare chi siamo nell’universo e il ruolo che la nostra esistenza implica? Se la risposta è affermativa, allora dobbiamo accettare quella responsabilità che va di pari passo col sapere di poter cambiare il mondo se cambiamo noi stessi.

Sulla via della guarigione

Le credenze basate sull’odio, sul senso di separazione e sulla paura possono consumare il corpo umano e il mondo più velocemente di quanto si possa immaginare. Basta solo un piccolo cambiamento nel nostro modo di concepire noi stessi per farci riconoscere una grande verità, cioè quella che in realtà siamo noi gli architetti della nostra esperienza. Trasformando le credenze distruttive del passato in altre capaci di affermare la vita attraverso la guarigione e la pace è possibile cambiare il mondo nel presente.

John Wheeler, uno stimato fisico di Princeton, sostiene una prospettiva radicalmente diversa da quella di Einstein, di cui è collega, sul nostro ruolo nella creazione. Le ricerche di Wheeler l’hanno indotto a ritenere che potremmo esistere in un universo dove la coscienza non solo ha un ruolo importante, ma è addirittura creativa – in altre parole, in un “universo partecipativo”.
Chiarendo il suo pensiero, Wheeler afferma: «Non potremmo neanche immaginare un universo che, in qualche luogo e per qualche segmento di tempo, non contenesse degli osservatori, perché i mattoni stessi dell’universo sono questi atti di osservazione partecipata».
Con un’interpretazione totalmente rivoluzionaria del nostro rapporto col mondo circostante, Wheeler afferma che per noi è impossibile osservare semplicemente il mondo mentre accade intorno a noi. Non possiamo mai essere degli osservatori, perché quando osserviamo, noi creiamo e modifichiamo il creato.

Quando osserviamo la “vita” – la nostra abbondanza spirituale e materiale, i nostri rapporti e la nostra carriera, le nostre passioni più profonde e i nostri maggiori conseguimenti – potremmo ritrovarci a guardare dritto dentro lo specchio delle nostre credenze più vere e talvolta più inconsce.

Dalle nostre incommensurabili profondità possiamo cambiare le nostre limitanti convinzioni cristallizzate creando la nuova struttura dell'Essere che vogliamo essere. Possiamo rendere flessibile la nostra nuova struttura permettendoci di interagire con la forza dell'universo che tutto permea.
Non c'è alcun limite se non quello autoimposto che pone le sue radici nella torbida paura di manifestare la nostra lucente divinità.

"Tutto cresce - persino la pietra.
Il seme nella madre terra, il bambino nel seno di sua madre -
Perchè crescono?
Il monte più alto, l'albero più alto
non possono crescere fino al cielo.
L'aquila più forte non può volare così in alto.
Ma il più piccolo degli uomini può raggiungerlo
perchè il Cielo è dentro di lui."

Dialoghi con l'Angelo, Ed. Mediterrane

martedì 26 gennaio 2010

Il Guaritore

Di fatto, un guaritore non è veramente un guaritore, perché non c'è niente che lui faccia.
La guarigione accade attraverso di lui, lui deve solo annullarsi.
Essere un guaritore significa proprio non essere.
Meno ci sei tu, meglio la guarigione può accadere.
Più ci sei tu, più il passaggio è bloccato.
E' Dio, o il Tutto, o comunque tu preferisci chiamarlo, il Guaritore.
E' la Totalità a guarire.
Una persona malata è semplicemente qualcuno che ha creato dei blocchi tra sé e il Tutto, c'è una sconnessione.
La funzione del guaritore è di riconnettere, non intendo che il guaritore debba fare qualche cosa. Il guaritore è solo una funzione, chi fa è Dio, è il Tutto...
...Entra in quel contesto con profonda umiltà: abbi un profondo rispetto per il paziente.
Mentre lo curi, metti a disposizione tutto il tuo sapere e diventa semplicemente un tramite per l'Energia di guarigione del Divino.
Allora guarire diventa quasi un'esperienza di preghiera, un'esperienza di Dio, dell'Amore, del Tutto.

Osho

lunedì 25 gennaio 2010

Ciao Alessandra,
il primo post è un'omaggio alla tua capacità di fare. Da un'idea buttata lì in un momento di passione intensa, nasce uno spazio per "manifestare in Theta"

Un abbraccio a te e a chi ti ha aiutato in questa splendida cosa.

A presto

Danilo